Schifosissimi ficcanaso dell’antro di Scuro,
che siate insegnanti o studenti, avete mai notato com’è facile rovinare il piacere di leggere proponendo qualche orripilante attività dopo aver terminato la lettura di una bella storia? Io sì, e per questo ho deciso di chiudere il mio ottalogo e, insieme, la mia rubrica sul «Corriere del Ticino» di oggi (03.08.2016, p. 25) con qualche dritta per evitare questa specie di catastrofe.
Per saperne di più, scaricatevi il pdf dell’articolo o leggete qui sotto (noi ci rivedremo presto per qualche appunto riepilogativo sul mio ottalogo, che metterò tutto intero online apposta per voi)…
Per gli schifosi peli della mia barbaccia, siamo arrivati all’ultima puntata! Un po’ mi dispiace, ma sono sicuro che da qualche parte ci incontreremo (nel caso, non spaventatevi: sembro cattivo, ma lo sono solo un pochino). Mi piacerebbe sapere che queste otto puntate vi hanno lasciato qualcosa; che i miei otto suggerimenti per allevare giovani lettori si traducano in uno sforzo concreto. Anche piccolo: più tempo a far frusciare pagine di carta e meno tempo a pecchettare sui tablet (avete letto bene, “pecchettare”: è un neologismo che mi ha regalato una bimba, perfetto per rendere il rumore e l’ottusità del gesto di colpire con i polpastrelli uno schermo digitale). Ma non posso salutarvi senza un ultimo, importantissimo suggerimento: non rovinare tutto, dopo aver letto. Già, perché è anche troppo facile mandare tutto in fumo con una scelta sbagliata.
Prima possibilità: non fare niente di niente. Se preferite, non fare un bel tubo! Perché? Ma per un motivo molto semplice: far passare l’idea che la lettura può anche essere totalmente gratuita. Un (bel) regalo che offrite ai giovani lettori senza chiedere nulla in cambio (solo un po’ della loro attenzione). Ma ci pensate? Se i Promessi sposi fossero letti a scuola solo per il piacere di farlo, e non per sostenere interrogazioni, forse avremmo un bel nugolo di lettori appassionati in più. Dunque, contro le attese, le abitudini, le routine, qualche volta bisogna avere il coraggio di regalare letture, senza tornarci più sopra. Diventare “donatori di storie”.
Seconda possibilità: discutere della storia letta. Ci sono storie che, per essere capite, vanno discusse, meglio se tutti insieme. Al nobile scopo di costruirne insieme un significato condiviso. Così ci insegna lo studioso e scrittore inglese Aidan Chambers, ideatore di un approccio per discutere dei libri rivoluzionario, perché calibrato non su chi fa le domande, ma su chi deve rispondere. Per saperne di più, leggetevi uno dei suoi saggi più celebri: Il piacere di leggere e come non ucciderlo (Sonda, 2011). Capirete che un approccio di questo tipo vi consentirà anche di approfondire quegli aspetti che di solito distruggono il piacere per le storie, perché associati inevitabilmente al “dovere” scolastico, come l’analisi linguistica o grammaticale.
Terza possibilità: giocare con il libro. Come? Sbizzarritevi! Qualche idea tratta da un manualetto utilissimo (1001 attività per raccontare esplorare giocare con i libri di Philippe Brasseur, Lapis, 2015): trasformare la storia (riscriverla, o farne un copione teatrale); creare un gioco a quiz sul libro, o altri giochi enigmistici (cruciverba, rebus); promuovere il club di lettura: i bambini si ritrovano (da soli) in una specie di caffè letterario (o trasmissione radio o tv) per parlare delle loro letture; ideare dei manifesti per reclamizzare il libro preferito; rimettere in ordine i pezzi della storia con le immagini o i testi; invitare l’autore del libro in classe; raccogliere le parole speciali del libro in barattoli o scrigni.
Per finire, un bel riepilogo. Chiamatelo l’ottalogo di Scuro Moltamorte per catturare giovani lettori, se vi va: 1) sorprenderli; 2) trovare il posto giusto per leggere; 3) trasformare la lettura in un rito; 4) dare voce alle storie; 5) animare la lettura con tante voci; 6) riscoprire l’albo illustrato; 7) scegliere storie divergenti e di qualità; 8) non rovinare tutto dopo aver letto. Per gli schifosi peli della mia barbaccia, questo è tutto! E vi pare poco?